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Benvenuti nel sito – realizzato e curato dall’associazione no profit OPS – Osservatorio Permanente Salinella – dedicato all’oasi naturale della Salina Piccola, un’area naturale, localizzata all’interno di una depressione ad Est della città e nel cuore del quartiere Salinella.

La Salina Piccola era ed è tutt’oggi una delle tre saline naturali presenti nel territorio tarantino. Le altre due sono la Salina Grande e le Terre Salse, queste ultime ridenominate in età moderna Palude di San Brunone, e sono attualmente occupate dalla zona industriale e dal locale cimitero. Si tratta di vere e proprie paludi che, prosciugandosi nel corso delle estati, lasciavano sui propri fondali i sali contenuti nell’acqua, e proprio la ricchezza di sale (definito “l’oro bianco” dell’antichità) ha creato un antico legame palude – popolazione le cui vicende storiche sono state raccolte e raccontate dai gestori del sito Perieghesis, al quale vi rimandiamo.

Ancora oggi la “nostra” palude dona scorci di bellezza che potremmo definire “da cartolina“, specialmente durante la stagione delle piogge:

Accedendo dall’antica Via del Trullo (una strada che scorre tra il relitto della Salinella e le sedi della Questura, dei Vigili del Fuoco e del Comando della Guardia di Finanza) è inoltre possibile imbattersi in salicorniecannucce di paludetamerici e numerose specie rare di avifauna (Aironi Cenerini, Aironi Guardabuoi e Gru) così come anfibi, rettili e insetti.

Si tratta, definitivamente e senza alcuna ombra di dubbio, di un’area ricca di biodiversità da preservare, proteggere e valorizzare a tutti i costi, alla stregua di quanto già fatto per le paludi La Vela e quella di Torre Colimena, per le quali sono state istituite riserve naturali regionali e che sono diventate sedi di importanti attività formative e ricreative, ove è possibile vivere la natura in modo sostenibile.

Scopo di questo sito è raccontarvi e presentarvi la Salina, insieme al progetto per la realizzazione del parco etnobotanico Laudato Si’. Siamo convinti che chiunque si ritroverà, per volontà o causalità, a leggerne i contenuti avrà immediata percezione del suo peso che richiede una forza e un sostegno altrettanto notevoli. Abbracciare questa sfida significa, per un’intera collettività e non soltanto per gli attori citati di volta in volta, mettersi in gioco o, quantomeno, provare a farlo, nella speranza di essere all’altezza del potenziale della città di Taranto.

La pandemia ci pone, oramai inevitabilmente, di fronte all’urgenza di dover effettuare delle scelte condivise da tutti. Dare vita ad un’economia più giusta anche attraverso la nascita di un parco urbano in una città dalla storia così singolare, non potrà che renderci, un domani, profondamente fieri ed orgogliosi di essere stati noi gli autori di quel “cambiamento” tanto agognato da più parti.